In archeologia assume un elevato ruolo la fotogrammetria dei vicini, ossia oggetti posti al massimo a qualche centinaio di metri, nonostante l'aerofotogrammetria a grande scala rivesta tutt’oggi una funzione importante soprattutto per lo studio dei centri storici, dei grandi complessi architettonici e dei siti archeologici. Le nuove tecnologie digitali, dunque, permettono, da una parte, una razionalizzazione e velocizzazione delle operazioni di rilievo, dall’altra, la creazione di nuove rappresentazioni infografiche che possono adattarsi facilmente alle diverse esigenze degli studiosi e degli operatori nel campo archeologico.In ambiente di scavo gli operatori addetti al rilievo fotogrammetrico devono essere estremamente flessibili nell’affrontare, in maniera differenziata, problemi e situazioni eterogenei fra loro: la raccolta dei dati, ad esempio, deve avvenire con la massima velocità, evitando il più possibile l’ingerenza con i lavori di scavo o, almeno, cercare di ridurli al minimo.
L'indagine fotogrammetrica a Torraccia è stata condotta su due fra le principali strutture della villa, allora (2007) in corso di scavo. L'elaborazione digitale dei fotogrammi ha permesso una loro visualizzazione tridimensionale e ha di conseguenza portato alla realizzazione di un modello digitale in 3D della superficie visibile delle strutture. Di seguito vengono presentati i due casi analizzati.
La canaletta
Una volta ottenuto il modello digitale del terreno (DEM) si è proceduto con la digitalizzazione a video (disegno) degli elementi in travertino e laterizio che costituivano i materiali principali da costruzione della villa. Lo scopo primo, tuttavia, del lavoro di digitalizzazione a video è stato quello di creare una banca dati vettoriale da cui si è ottenuta una pianta dettagliata di questa zona dello scavo di particolare interesse. La procedure seguita, quindi, è stata quella di creare un database spaziale (particolare tipo di dato tabellare legato a un disegno vettoriale o un'immagine raster) il quale è composto essenzialmente dalle due classi di materiali individuate (travertino e laterizio).
Alla canaletta sono state applicate analisi solitamente riservate a realtà geomorfologiche a grande scala : elevazione e analisi delle pendenze. Per quanto riguarda l'elevazione, l'immagine tridimensionale è stata elaborata in falsi colori a seconda delle zone di maggiore o minore profondità; l'analisi delle pendenze, partendo sempre da un'immagine a falsi colori, ma applicando un diverso algoritmo, ha permesso di individuare l'inclinazione della canaletta e determinare la direzione principale di scorrimento.
La fornace
Per quanto riguarda la fornace, si è seguito un altro spunto di ricerca. Una volta ottenuto il modello digitale della struttura, si è ricorsi a tecniche di classificazione proprie del remote sensing (analisi utilizzate nell'elaborazione di immagini satellitari). Sono stati utilizzati due metodi di classificazione delle immagini: supervisionata e non supervisionata. La prima si basa su una individuazione, controllata da operatore, dei valori cromatici medi degli elementi reali rappresentati nell'immagine. La seconda tecnica, invece, non richiede un intervento dell'operatore, ma attraverso vari algoritmi crea classi cromatiche in modo automatico.
Per mezzo di questa classificazione sono state individuate cinque classi di copertura della superficie fotografata, ovvero i cinque elementi reali maggiormente diffusi nella foto (non classificabile, tegole e laterizi, concotto, terreno di riporto, esterno della fornace). La classificazione supervisionata è stata in grado di discriminare sei classi di copertura (non classificabile, tegole e laterizi, concotto, malta e argilla, blocchi di travertino, esterno della fornace). Il prodotto finale della classificazione è rappresentato da un'immagine di tipo tematico. Si è proceduto, infine, alla conversione del file originale, in formato raster, ad un nuovo file di tipo vettoriale. Attraverso tale funzione è possibile esportare in ambiente GIS un file vettoriale editabile che, una volta inserito nel GIS di scavo, diventa un’unità funzionale dello stesso Sistema Informativo Geografico.
Gabriele Mainardi-Valcarenghi (archeologo)
Alessandro Novellini (archeologo)
Vedere anche : Photogrammetry, G.I.S. and Remote Sensing Techniques applied to the Roman Villa of Aiano-Torraccia di Chiusi (Siena, Italy), Archaeological Computing Newsletter, 69, 2008, pp. 9-20. Il rilievo fotogrammetrico: un metodo alternativo di documentazione dello scavo archeologico. Casi applicativi presso la villa romana di Aiano-Torraccia di Chiusi (SI). FOLD&R: 147, 2009. |
Il progetto di ricerca relativo alla villa di Torraccia di Chiusi s’inserisce in una prospettiva internazionale. Fin dall’inizio, l’UCL (l’università promotrice del progetto) ha voluto creare una vera dinamica che coinvolgesse vari paesi. Ovviamente, le istituzioni italiane ricoprono un ampio ruolo, essendo vicine geograficamente al sito ma anche perché Torraccia di Chiusi è di particolare interesse nell’ambito delle loro ricerche. La partecipazione di un’università tedesca, l’università di Jena, sottolinea ancora di più il carattere europeo del progetto.
I vantaggi di questo tipo di collaborazione sono evidenti: essa permette di far dialogare le conoscenze complementari di ricercatori provenienti da orizzonti culturali e professionali diversi ed di riunire i contributi di strutture e laboratori che possiedono competenze e specificità propri.
La collaborazione tra ricercatori di diverse nazionalità è la manifestazione concreta della filosofia del nostro progetto: dare un contributo scientifico, culturale e patrimoniale, al di là delle frontiere.
Ogni istituzione scientifica o meno, che voglia collaborare al progetto, può contattare il professore Marco Cavalieri.
Le istituzioni che partecipano al progetto :
Belgio :
Université catholique de Louvain
Université de Liège. Centre Européen d'archéometrie
Italia :
Surintendance archéologique de la Toscane
Université de Florence
Université de Sienne
Université de Pise
Musée archéologique de Sienne
Germania :
Université de Jena
Uno dei principali obiettivi del Progetto ‘VII Regio. La Valdelsa in età romana e tardo-antica’ è cercare di definire in maniera più precisa la presenza romana in un territorio povero di testimonianze monumentali. Proprio il carattere ‘pionieristico’ del lavoro impone un impegno specifico verso la didattica, con la finalità non solo di spiegare il tipo di popolamento dell’area, ma di metterlo in relazione con la precedente occupazione di periodo etrusco e con gli sviluppi di età medioevale, soprattutto in rapporto con il percorso della Via Francigena.
Tutte queste esigenze hanno comportato da una parte una particolare attenzione verso le scuole ed i musei del circondario, con la programmazione di corsi negli istituti e di cicli di conferenze nei musei, dall’altra l’apertura del cantiere alla cittadinanza, che ha potuto seguire costantemente gli sviluppi della ricerca.
Proprio per cercare di collocare lo scavo nel più complesso sistema insediativo della Valdelsa, nell’ambito dell’iniziativa le Notti dell’Archeologia 2010, lo scavo di Aiano-Torraccia di Chiusi ha rappresentato una tappa importante del trekking archeologico lungo la Via Francigena, organizzato dal Museo Archeologico “Ranuccio Bianchi Bandinelli” di Colle di Val d’Elsa e dai Musei Civici di San Gimignano; inoltre nell’ottica della continuità e della vicinanza verso la popolazione locale, è oramai tradizione che, nella prima metà del mese di agosto, il Direttore Scientifico della Missione anticipi i risultati della campagna in corso in una conferenza che si svolge all’interno del giardino del Museo Archeologico “Ranuccio Bianchi Bandinelli” di Colle di Val d’Elsa.
Giacomo Baldini et Sofia Ragazzini (direttori tecnici dello scavo di Torraccia di Chiusi et membri dell'associazione archeologica sangimignanese)
Il carattere internazionale del nostro progetto implica la collaborazione di persone provenienti da svariati orizzonti culturali e professionali; ciascuna di esse ricopre così un ruolo particolare nel progetto stesso. Ci sono ovviamente tutti coloro che, ogni estate, partecipano materialmente allo scavo in veste di ricercatori, studenti o volontari, ma ci sono anche quanti apportano un contributo specifico nel campo dell’analisi dei dati oppure nella gestione pratica dello scavo. Spesso, molti di loro sono coinvolti nello stesso tempo in questi vari ambiti. È proprio questa grande complementarità che consente di fare dei veri progressi nella ricerca.
Il nostro progetto non esisterebbe senza la convivialità dei suoi membri e la dedizione di ciascuno di essi. L’esperienza così particolare ed appassionante di una campagna di scavo crea legami che danno una dimensione umana indispensabile ad ogni lavoro collettivo.
L'équipe :
Collaboratori della campagna 2012 :
François-Dominique DELTENRE (Facultés Universitaires Notre-Dame de la Paix, Namur), Sara FARALLI (Università degli Studi di Firenze), Antonia FUMO, Sara LENZI (Università degli Studi di Firenze), Chiara LEPORATI (Università degli Studi di Firenze), Beatrice MAGNI (Università degli Studi di Firenze), Gabriele MAINARDI VALCARENGHI, Alessandro NOVELLINI (Università degli Studi di Milano), Lucia ORLANDI (Università degli Studi di Bologna), Angela SARDINI (Università degli Studi di Siena).
Collaboratori della campagna 2011 :
Nicolas AMOROSO (Université Catholique de Louvain), Pierre ASSENMAKER (FNRS - Université Catholique de Louvain), Giulia BIANCHINI (Università degli Studi di Bologna), Anne BOONEN (Université Catholique de Louvain), Giacomo CACCIATORE (Università degli Studi di Parma), Jean-Christophe CAESTECKER, Simone CARINI (Università degli Studi di Parma), Matthieu DEBAES, Paola DE IDONÈ (Università degli Studi di Firenze), François-Dominique DELTENRE (Facultés Universitaires Notre-Dame de la Paix, Namur), Ilaria DENIGRIS (Università degli Studi di Parma), Nathalie DUPONT (Université Catholique de Louvain), Sara FARALLI (Università degli Studi di Firenze), Antonia FUMO, Davide GANGALE (Università degli Studi di Firenze), Luce JACQUEMIN (Université Catholique de Louvain), Sara LENZI (Università degli Studi di Firenze),
Lorena LIBIO, Marco LODI, Andrea LUCSFALVY JANCSO (Université Catholique de Louvain), Beatrice MAGNI (Università degli Studi di Firenze), Lucia ORLANDI (Università degli Studi di Milano), Federica SALVUCCI (Università degli Studi di Firenze), Angela SARDINI (Università degli Studi di Siena), Paolo TOMASSINI (Université Catholique de Louvain), Etienne VAN QUICKELBERGHE (Université Catholique de Louvain), Nicola VITALE (Università degli Studi di Parma), Aldo ZOTO (Università degli Studi di Parma).
Collaboratori della campagna 2010 :
Pierre ASSENMAKER (FNRS - Université Catholique de Louvain), Claire BARBIER (Université Catholique de Louvain), Giacomo CACCIATORE (Università degli Studi di Parma), Jean-Christophe CAESTECKER, Simone CARINI (Università degli Studi di Parma), Marie CARRAGGI (Université Catholique de Louvain), Paola DE IDONÈ (Università degli Studi di Firenze), François-Dominique DELTENRE (Facultés Universitaires Notre-Dame de la Paix, Namur), Ilaria DENIGRIS (Università degli Studi di Parma), Maria Sole DISTEFANO (Università degli Studi di Siena), Nathalie DUPONT (Université Catholique de Louvain), Cristian FAGNONI (Università degli Studi di Parma), Sara FARALLI (Università degli Studi di Firenze), Antonia FUMO, Sara LENZI (Università degli Studi di Firenze), Chiara LEPORATI (Università degli Studi di Firenze), Beatrice MAGNI (Università degli Studi di Firenze), Gabriele MAINARDI VALCARENGHI, Renato PIRONTI (Università degli Studi di Parma), Federica SALVUCCI (Università degli Studi di Firenze), Angela SARDINI (Università degli Studi di Siena), Natalia VACCARI (Università degli Studi di Parma), Sébastien WIDART (Université Catholique de Louvain)
L’area di Aiano-Torraccia di Chiusi è nota nella letteratura archeologica già dalla fine del XIX secolo: infatti, redigendo l’inventario delle Collezioni del Comune di San Gimignano (1928-1932), Leone Chellini segnala tra i (pochi) materiali di età romana due coppe di terra sigillata italica, acquistate dal Comune nel 1895-1898 con provenienza Torraccia di Chiusi; del resto proprio alla fine degli anni ’20 del secolo scorso il giovane Ranuccio Bianchi Bandinelli, in un articolo rimasto celebre per la storia degli studi sul territorio, trattava per primo di un’urna di marmo, anepigrafe ma con interessanti decorazioni a rilievo, riutilizzata come acquasantiera nella chiesa di Monti, piccolo borgo rurale localizzato nell’area.
Tuttavia solo alla fine degli anni ’60 del secolo scorso, grazie alle indagini aerofotogrammetriche dell’Ispettore onorario di Siena, dott. E. Mazzeschi, venne localizzata un’area con tracce di un edificio di età romana; a seguito di quelle prime segnalazioni e di alcune indagini di superficie condotte dal dott. G. De Marinis, la Soprintendenza alla Antichità d’Etruria, nella persona della dott.ssa A. Talocchini, pose un vincolo su tutta l’area, che, grazie al supporto e alla collaborazione dell’Associazione Archeologica Sangimignanese, è stata negli anni costantemente monitorata.
Tale costante attività ha portato non solo all’allestimento, nel 1999, di una sezione specificatamente dedicata nel nuovo Museo Archeologico di San Gimignano, ma anche alla decisione di realizzare un piccolo saggio diagnostico con il fine di verificare quanto si fosse conservato della stratificazione originaria e delle murature (2001). I risultati di tale intervento, guidato dall’Ispettrice di zona, dott.ssa G. C. Cianferoni, portarono a risultati interessanti, soprattutto perché attestavano, sulla base dei materiali, una continuità di utilizzo e frequentazione dell’area dell’età etrusca fino all’alto Medioevo.
Nel 2004, quindi, sotto la guida del prof. Marco Cavalieri docente presso l’Université catholique de Louvain (Belgio), ha preso forma il progetto “VII Regio. La Valdelsa in età romana e tardo-antica”, con l’avvio, già nel 2005, dello scavo in estensione, che sta riportando alla luce i resti di una villa longiqua dalla struttura complessa, in uso tra la prima metà del IV ed i primi decenni del VII secolo d.C.
Giacomo e Sofia Baldini (direttori tecnici dello scavo archeologico di Torraccia di Chiusi)
Marco Cavalieri (direttore scientifico, professore all'Université Catholique de Louvain - Belgio)