La classe delle ceramiche realizzate con impasto grezzo è composta da vasellame destinato sicuramente alla cottura dei cibi - olle, tegami, casseruole, colatoi -, ma anche probabilmente alla loro preparazione e conservazione - orcioli, catini e vasi a listello- e a alla mensa - boccali e ciotole - .
Tra le forme chiuse le olle sono presenti in maggior percentuale rispetto al totale del complesso ceramico in acroma grezza. Esse hanno dimensioni medio/piccole (orlo Ø17-20 cm, fondo Ø 8-12 cm., >< pareti tra 0.5 e 0.8 cm), spesso finissime filettature sulla spalla e una o più linee incise a segnare l’inizio del collo; rare le decorazioni che si limitano a pochi casi di onde e/o barrette oblique incise sulla spalla. Sono stati identificati 30 tipi di cui i più rappresentativi della fase di frequentazione più tarda del sito sono :
Come le olle anche le casseruole hanno pareti esterne lisciate e i fondi sono staccati a lama dal tornio. Le tracce d’uso su queste forme chiuse, utilizzate per cuocere cibi liquidi e semiliquidi, mostrano annerimenti esterni ed interni diffusi, dato collegabile sia alla qualità tecnologica degli oggetti sia al loro normale uso in contatto molto diretto e ravvicinato con il fuoco e la brace.
Nelle netta prevalenza di olle all’interno del panorama del vasellame in acroma grezza, si affaccia la presenza di piccoli boccali/tazze, con forma panciuta ed anse leggermente insellate, complanari all’orlo; sono eseguiti al tornio lento o a mano.
Le ciotole-coperchio, presentano una tipica forma a calotta schiacciata, orli indistinti, segnati talvolta da lieve solcatura. Si tratta di forme di grandi dimensioni (orlo Ø 30- 36 cm; h. 5-9 cm) con spessori rilevanti (1,5 cm ca.). Hanno superfici scabre e, rispetto alle forme chiuse e ai coperchi di più piccole dimensioni, impasti più grossolani, per accrescere la refrattarietà. Utilizzati forse anche uno sopra l’altro (come “forni da pane/focaccia”), di certo non hanno prese né listelli e solo quando è presente un foro di sfiato si può pensare all’uso di un rampino o gancio che ne faciliti il maneggio.
Infine, la presenza di alcune forme tipiche del panorama medioevale, come i paioli e i testi, poco rilevanti dal punto di vista quantitativo, denota una cultura materiale che si apre ai nuovi modelli formali che saranno presto di riferimento.
Il contesto di ceramiche grezze qui brevemente presentato, è riconducibile ad una produzione artigianale di media qualità, affiancata ad una produzione casalinga, come dimostra anche l’analisi archeometrica di alcuni tra i principali impasti (per cui si rimanda alla sezione dedicata).
Enrica Boldrini (responsabile dello studio della ceramica)
Paola De Idonè (studentessa della scuola di specializzazione in archeologia, Università di Firenze)