Lingua

Sponsors

Università

Auteur

Le ceramiche rivestite di rosso rinvenute presso la villa di Torraccia di Chiusi possono ascriversi al fenomeno di imitazione da parte di atelier italici di vasi da mensa tipici della sigillata africana. Tale imitazione, iniziata intorno al II sec. d.C. si intensifica a partire dal IV sec. e continua fino al VII sec.: proprio a quest’ultima fase possiamo riferire i frammenti rinvenuti ad Aiano-Torraccia di Chiusi che sembrano potersi collocare in un arco cronologico che si aggira, probabilmente, tra la seconda metà-fine V secolo e la fine VII secolo d.C.

Il corredo è composto per lo più da ciotole, coppe, piatti, vasi a listello, scodelle con orlo a tesa orizzontale, bacili, coppe carenate, brocche, boccali, bottiglie e coperchi.La maggioranza delle forme, sia chiuse sia aperte, presenta sulle pareti esterne una lisciatura a panno ed una colorazione dalle tonalità che variano dall’arancio al rosso/bruno e che, applicata per immersione o con ampie pennellate, copre interamente o parzialmente i vasi.

A proposito della colorazione, le indagini archeometriche eseguite hanno individuato, sia nel corpo ceramico sia nell’ingobbio, la presenza di ematite; l’ingobbio inoltre, arricchito di ematite, mostra caratteristiche composizionali del tutto simili a quelle dell’impasto, ma con una granulometria più fine e ciò conferma un processo di decantazione ed una maggiore depurazione della materia prima.
Inoltre, le analisi hanno identificato quattro diversi gruppi di impasto caratterizzati da una certa affinità composizionale che permette di affermare che le ingobbiate di rosso di Aiano-Torraccia di Chusi sono state realizzate con argille depurate, prive di aggiunta di smagranti e caratterizzate dalla presenza di quarzo, feldspati e plagioclasi. Gli inclusi di quarzo omogenei, unimodali e subarrotondati, inducono ad ipotizzare un’argilla di partenza erosa da un lungo trasporto fluviale. La temperatura di cottura è ipotizzabile tra gli 800-900°C o di poco superiore ai 900°C ma, in ogni caso, non maggiore ai 1000°C, giacché non è presente vetrificazione dell’ematite rinvenuta. L’ambiente di cottura è sempre di tipo ossidante.

Antonia Fumo (Archeologa)

Vedere anche l'articolo : Le ceramiche rivestite di rosso della villa di Aiano-Torraccia di Chiusi (San Gimignano, Siena): uno studio archeologico e archeometrico. FOLD&R: 178.

Share