Le campagne di scavo condotte presso il sito di Aiano-Torraccia di Chiusi hanno permesso il rinvenimento e lo studio di numerosi reperti ceramici ascrivibili ad un range cronologico, compreso tra la fine del V secolo d.C. e il VII secolo d.C., durante il quale la villa in questione ha subito importanti modifiche strutturali e funzionali che hanno previsto prima l’impianto di officine produttive di vario tipo e poi l’ abbandono dell’area.

Lo studio dei reperti ceramici – finalizzato alla comprensione delle principali fasi di vita del sito in questione ma anche alla conoscenza del territorio in cui gravita –  ha permesso di indagare un contesto di forme e tipologie alquanto ricco; infatti, sebbene i nuclei numericamente più rappresentativi delle produzioni attestate siano da riferirsi al vasellame in acroma grezza ed a quello in rivestita da ingobbio rosso, sono presenti anche forme in acroma depurata e semidepurata, come anche lucerne, anfore, opus doliare oltre a frammentarie testimonianze di  sigillata africana.

Tali classi ceramiche  contribuiscono a caratterizzare le diverse fasi di vita, abbandono, crollo e riutilizzo tardoantico ed altomedievale della struttura di età classica, mentre materiali di periodo preromano stanno offrendo un contributo specifico per analizzare le trasformazioni e la continuità culturale dell’intera area.

Indagini archeometriche  eseguite su campioni ceramici in acroma grezza, depurata ed ingobbiata di rosso favoriscono l’ipotesi di una produzione nell’area, se non in loco, dei diversi tipi di materiali ceramici. Nello specifico è stata evidenziata la presenza,come smagrante, in alcuni impasti ceramici in acroma grezza, di frammenti di marmo di natura consimile a quelli pertinenti agli apparati decorativi della villa nella sua fase monumentale.

 

Enrica Boldrini (Responsabile del laboratorio di ceramica, Università di Firenze)

Antonia Fumo (Archeologa)